Addio liquidazione, lo stop è definitivo: brutte notizie per gli italiani, decisione senza precedenti

Stop definitivo alla liquidazione, presto dovremo dirgli addio. È una decisione senza precedenti: ecco che cosa succederà

La liquidazione prevede il pagamento del cosiddetto trattamento di fine servizio quando si perde il lavoro. Un sussidio di tipo economico molto importante, al quale ogni anno accedono milioni di cittadini residenti in Italia che perdono la propria occupazione a causa di licenziamento o di dimissioni per giusta causa.

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Addio alla liquidazione, brutta notizia in Italia – Italiainfiera.it

Presto però, potrebbero esserci spiacevoli svolte negative per tutti. Stando a quanto emerso, infatti, la Ragioneria Generale dello Stato starebbe valutando la possibilità di mettere uno stop a questo aiuto. Il motivo sarebbe legato alla mancata possibilità da parte delle casse dello Stato di poter sostenere una simile spesa. Ecco tutto quello che sappiamo a riguardo, si tratterebbe di una doccia fredda senza precedenti per tutti coloro che si trovano senza un contratto di lavoro in essere.

Addio alla liquidazione: ecco cosa sta succedendo

Stando a quanto si legge sulle pagine de Il Messaggero, presto potrebbero arrivare notizie pessime in tema di liquidazione. E ad essere interessati sono sia gli statali che coloro che la dovranno percepire in futuro. Pare che la novità arrivi dalla Ragioneria generale dello Stato, che ha provveduto ad inviare una nota alla Camera nella quale c’è una richiesta di bocciatura delle proposte di accorciamento dei tempi della liquidazione per i dipendenti statali. 

Liquidazione in Italia cosa sta succedendo
Brutte notizie in tema di liquidazione, ecco cosa potrebbe succedere – Italiainfiera.it

Si parlava di una riduzione da un anno a tre mesi almeno per la prima rata, a causa di una polemica che è esplosa a metà dello scorso anno per via di una sentenza della Corte Costituzionale. I giudici avevano stabilito come fosse incostituzionale la liquidazione da 2 a 7 anni del TFS/TFR per i dipendenti pubblici chiedendo al Parlamento di intervenire. A cui poi sono seguite le prese di posizione di alcuni sindacati, e in particolare della Uil, per movimentare la politica e chiederle di intervenire quanto prima su questa ingiustizia.

Sottolineando come alcuni statali erano persino costretti a versare 2000 euro per poter ottenere un anticipo dei tempi per l’ottenimento della liquidazione. Per via dell’interesse arrivato al 4%, quantificato con la cifra appena detta della prima rata di 50.000 euro. Ed ecco che la proposta prevedeva l’accorciamento a 3 mesi, con un importo del primo versamento alzato da 50.000 a fino poco più di 63.000 euro. Però i calcoli dell’Inps hanno portato ad un possibile costo di 3,8 miliardi di euro nel solo 2024 per lo Stato, esborso troppo elevato, che è stato prontamente bocciato dalla Ragioneria generale dello Stato.

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